Benché la depressione si presenti con percentuali minori negli anziani che nei giovani, essa è il disturbo psichiatrico maggiormente diffuso nella senilità.

Tuttavia la depressione continua ad essere sottodiagnosticata nella popolazione anziana per le seguenti difficoltà nella diagnosi differenziale:

  • Difficoltà di distinguere tra condizioni fisiche ed effetti collaterali di farmaci che condividono i sintomi con la depressione;
  • Variazioni nel pattern del sonno dovute all'età che simulano i disturbi del sonno nella depressione;
  • Tendenza degli anziani a mascherare i problemi psicologici, concentrandosi su quelli somatici;
  • Recenti perdite (lutti,perdite di status) tipiche della popolazione geriatrica che determinano depressione reattiva .
  • Uso di farmaci che inducono sintomi depressivi;

Ricordando che attualmente non esistono strumenti di valutazione standardizzati per identificare i gruppi di sintomi tipici della depressone in geriatria e che gli anziani compiono pochi tentativi di suicidio o molto difficilmente riferiscono la loro ideazione suicidaria, il rischio di suicido portato a termine è preoccupante tra i vecchi.

Tuttavia lo strumento di autovalutazione GDS e l'utilizzo del MMSE (al fine di distinguere la pseudo-demenza imputabile alla depressione dalla demenza vera e propria) sono procedure che hanno registrato un certo successo nella diagnosi.

Si rende necessario anche indagare sulla storia del disturbo nel soggetto per stabilire se esso è cronico o meno, tenendo presente la particolarità che il tempo che separa gli episodi depressivi diminuisce all'aumentare dell'età.

Per quanto riguarda il trattamento, si sono dimostrate efficaci le psicoterapie già utilizzate con gli adulti con particolare attenzione nel promuovere nell'anziano un ruolo attivo in terapia e nel facilitare la procedura terapica. Nella scelta del trattamento farmacologico vanno sensibilmente valutati gli effetti collaterali dei prodotti.

Depressione e morbo di Alzheimer

La depressione e la demenza spesso coesistono. Infatti circa il 30 % dei pazienti affetti da morbo di Alzheimer rispondono anche ai criteri per la sindrome clinica di depressione. Inoltre, una percentuale anche più elevata di pazienti presenta alcuni sintomi depressivi, anche se non di gravità o durata sufficienti a giustificare una diagnosi di depressione.

La depressione può aggiungere un' "eccessiva incapacità" al quadro clinico dei pazienti affetti da demenza, ovvero un' invalidità di proporzioni esagerate rispetto a quanto sarebbe spiegabile in base al processo della patologia primaria. Infatti i pazienti con depressione e demenza concomitanti sono affetti, in misura significativamente maggiore, da umore disforico, segni vegetativi, ritiro sociale, perdita di interesse, sentimenti di colpa e autosvalutazione, e idee di suicidio. Va ricordato che i sintomi depressivi sembrano prevalere maggiormente nei pazienti con gradi ancora lievi di deficit cognitivi.

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