I traumatismi costituiscono una delle principale cause di morte della popolazione italiana e la principale causa di decessi nella popolazione giovane. Secondo l'ISTAT nel 1997 nella fascia di popolazione maschile del nord est italiano di età compresa fra 15 e 24 anni vi è stata una mortalità di 0.69 individui ogni mille abitanti. Questo significa che su 100.000 giovani maschi 69 hanno perso la vita nel 1997 a seguito di un trauma.

Naturalmente questa statistica tiene conto esclusivamente dei traumi che hanno avuto esito mortale. Un'analisi demografica dell'incidenza dei traumatismi ad esito non infausto (ovvero non mortali) risulta più difficile: se il trauma non provoca perdita di coscienza, fratture o ferite significative è possibile che la vittima del sinistro non venga ricoverata. In secondo luogo un trauma cranico di entità lieve o moderata può non essere diagnosticato.

Alcune indagini epidemiologiche effettuate sulla popolazione statunitense riportano dati significativi: 95 casi di trauma cranico su 100.000 persone; nel 22% dei casi l'incidente risulta mortale; maggior incidenza fra i giovani e fra le persone anziane; incidenza doppia dei maschi rispetto alle femmine; le cadute costituiscono la causa principale di trauma nelle persone anziane, mentre nella popolazione giovane la causa principale sono gli incidenti stradali. Negli Stati Uniti la causa principale di traumatismo mortale è causata dalle armi da fuoco, seguita dagli incidenti stradali. In Italia vi è una alta incidenza di morti bianche, ovvero di incidenti mortali sul luogo del lavoro: più di mille vittime ogni anno, pari a 3-4 persone ogni giorno. L'incidenza maggiore si rileva nell'edilizia e nell'agricoltura.

L'alta incidenza dei traumatismi come causa di decesso o di danni fisici, cognitivi e comportamentali permanenti costituisce un grave problema per la società ed un pesante onere economico, psicologico e sociale che coinvolge le vittime, i familiari, il sistema sanitario nazionale.

Il trauma cranico costituisce una vera e propria epidemia, in quanto costituisce la causa principale di morte nella popolazione giovanile dei paesi industrializzati.

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